Malaria… No grazie
La malaria, in Italia, è stata debellata da molti anni. Fortunatamente non contagiosa da uomo a uomo, con circa 1.000 nuovi casi all’anno resta però la principale “malattia da importazione”, colpendo i turisti di ritorno da mete esotiche (soprattutto africane) e, in misura ancora maggiore, gli immigrati che rientrano in patria, dopo alcuni anni passati nel nostro Paese. La malattia è dovuta a un parassita, il plasmodio, che viene inoculato nell’uomo dalla puntura di una particolare zanzara, la anofele. Esistono diversi tipi di plasmodio: Plasmodium vivax, ovale, malariae e falciparum. Ed è quest’ultimo il più pericoloso, perchè, se trascurato, può anche risultare mortale. “Il falciparum è endemico nell’Africa subsahariana, in Papua Nuova Guinea e nelle Isole Salomone”, dice Zeno Bisoffi, primario del reparto di Malattie tropicali all’Ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona). “Ed è presente, sebbene in misura minore, in alcune aree dell’Asia e dell’America latina. Per chi ha in programma un viaggio in queste zone, è fortemente consigliata una profilassi preventiva”. Non una vera vaccinazione, dunque, ma l’assunzione di farmaci che, in caso di contagio, impediscano lo sviluppo della malattia.
“Il Plasmodium falciparum è spesso resistente ai vecchi farmaci, come la clorochina”, spiega Bisoffi. Per questo l’Organizzazione mondiale della sanità consiglia, per l’Africa e per altre aree a rischio, tre medicinali (da usare in alternativa): meflochina (nome commerciale Lariam), un’associazione di atovaquone e proguanil (Malarone) oppure doziciclina (per esempio, Bassado).
Tra tutti, il Malarone è in genere il meglio tollerato. Inoltre, con questa molecola, la profilassi va iniziata soltanto un giorno prima della partenza (rispetto a una settimana richiesta per il Lariam) ed è quindi utile anche a chi ha acquistato un viaggio last minute. Invece, per i soggiorni molto lunghi, o frequenti, la profilassi è controindicata. I farmaci non sono privi di effetti indesiderati e, se l’uso è prolungato, il rapporto costi-benefici non risulta più vantaggioso. Che fare allora?
Senza farmaci, più prudenza
Innanzitutto seguire comportamenti che consentano di farsi pungere il meno possibile dalle zanzare. Gli stessi accorgimenti sono peraltro consigliati anche a chi fa la profilassi: utilizzare repellenti ad alta efficacia, indossare pantaloni e maglie a maniche lunghe dopo il tramonto e tenersi lontani, di notte, da zone acquitinose (durante il giorno la zanzara anofele non punge), cercare hotel dotati di zanzariere alle finestre e sul letto, ricorrere a piastrine e zampironi. E poi, fare attenzione ai sintomi. “In caso di febbre oltre i 37,5-38°C, è bene cercare un centro medico qualificato per un’analisi del sangue e una diagnosi”, dice Bisoffi. Se questo non è disponibile, come spesso avviene nei Paesi più poveri o nelle aree rurali, si può ricorrere all’automedicazione avendo cura di partire, già dall’Italia, con una scorta adeguata di medicinali (secondo le indicazioni di un centro vaccinale, che possono cambiare di anno in anno). Non semre, infatti, nelle zone rurali i farmaci sono reperibili. O, se disponibili in qualche remoto “centro di salute”, possno essere scaduti. Non dimentichiamo che in Africa ci sono ancora molte scorte da smaltire di clorochina, che viene usata benchè non sia più efficace contro il Plasmodium falciparum. Meglio, insomma, avere la propria “farmacia di emergenza” con sè.
Ai primi sintomi I medicinali, tuttavia, vanno usati solo in caso di concreto sospetto di malattia. E’, infatti, importante ricordare che l’incubazione del plasmodio dura come minimo 8-10 giorni, mediamente 15. Chiarisce Bisoffi: “Una febbre che compare prima di questo periodo non è sicuramente malaria”. A quali farmaci ricorrere? Come prima scelta, gli stessi utilizzati per la profilassi, a dosi maggiori, ma per brevi periodi. Nel caso del Malarone, per esempio, quattro compresse tutte insieme per tre giorni consecutivi.
La variante artemisinina Da qualche anno, per la cura della malattia, si stanno utilizzando le cosiddette ACT, terapie combinate a base di artemisinina, una molecola estratta da una pianta, l’artemisia, associata a un altro farmaco. “L’artemisinina ha un’azione molto rapida e intensa, ma degrada con facilità”, dice Giancarlo Majori, direttore del centro collaboratore Oms del reparto di Malattie trasmesse da vettori e sanità intrnazionale dell’Istituto superiore di sanità. “La combinazione con un’altra molecola, dall’azione più lieve ma più persistente, serve a compensare”. Alle terapie ACT si ricorre solo in caso di diagnosi certa. Non si tratta, insomma, di “pillole da autoprescrizione” consigliate al turista. “Anche perchè queste molecole servono a trattare i ceppi di falciparum resistenti a tutti gli altri farmaci e per questo è bene non abusarne”, dice Majori, che nel suo laboratorio si occupa anche di studiare la farmacoresistenza dei diversi ceppi di falciparum. La scelta, insomma, spetta al medico, sulla base della situazione clinica del malato.
Aspettando il vaccino
Siamo in fatti lontani da un possibile vaccino, malgrado ce ne siano sei in corso di sperimentazione. “‘L’Oms ha escluso che diventino una realtà prima del 2025”., aggiunge Majori. “La difficoltà sta nel ciclo vitale del plasmodio”. Una volta entrato nell’organismo, il plasmodio resta in circolo per circa 30 minuti (stadio di sporozoita). Poi migra nel fegato, dove non dà sintomi, per circa una settimana. Successivaente (stadio di merozoita), infetta i globuli rossi, provoca febbre e una grave anemia, infine danneggia il cervello e altri organi. “I vecchi vaccini erano diretti contro il plasmodio allo stadio iniziale, ma i tempi a disposizione per provocare una reazione immunitaria erano troppo ristretti”, spiega Majori. “Un’altra possibilità, tutta da esplorare, sono i vaccini detti blocking, che impediscono la riproduzione del plasmodio nella zanzara, quando qusta punge l’uomo. Sono vaccini “altruistici”, perchè non danno immunità al singolo, ma limitano i contagi nella collettività”. Ma in questo campo non si prevedono grandi novità per i prossimi anni, quindi la prevenzione più efficace restano ancora i comportamenti corretti e, quando possibile, la profilassi. “Sebbene questa non garantisca la totale copertura”, afferma Bisoffi, “chi la segue correttamente e per tutto il tempo consigliato, difficilmente si ammala”.
I casi da aeroporto
A proposito di futuro, è vero che i cambiamenti climatici, con il riscaldamento globale del pianeta, rischiano di riportare la malaria anche in Italia? “E’ un’ipotesi poco credibile, almeno a breve e medio termine”, dice Bisoffi. “E comunque non in modo endemico. Si sono verificati i cosiddetti “casi da aeroporto” (persone mai state in Africa punte da zanzare anofele arrivate dall’estero in aereo); o anche casi di trasmissione a medici con aghi infetti. Ma si tratta di casi sporadici”, conclude.
Domande e Risposte: VERO o FALSO?
- Dalla malaria non si guarisce mai completamente.
FALSO La guarigione, se il malato viene curato in modo corretto, è completa - Se durante il viaggio non si è stati punti da zanzare si può sospendere la profilassi appena rientrati.
FALSO La sensibilità alla puntura di zanzara varia da persona a persona e l’anofele, tra tutte, è una di quelle che provocano minore irritazione. - E’ possibile ottenere un’immunità naturale.
VERO Chi vive in luoghi dove la malaria è endemica e si ammala più volte, alla lunga sviluppa una forma d’immunità. Che perde se si allontana per un tempo prolungato dal luogo d’origine, come accade agli immigrati che tornano in patria, dopo aver soggiornato ininterrottamente in Italia per 3-4 anni. - In caso di malattia è sempre consigliato il ricovero.
VERO In alcuni casi è possibile trattare il paziente a livello ambulatoriale, ma la persona deve essere in buone condizioni fisiche e avvalersi dell’assistenza di un congiunto. - La febbre della malaria è sempre intermittente: dura alcuni giorni, poi scompare per tornare di nuovo.
FALSO Questo non accade per il falciparum. Può verificarsi per altri tipi di plasmodio. In caso di febbre sospetta nei mesi successivi al rientro è sempre bene sottoporsi a un esame del sangue. - La malattia può manifestarsi anche dopo 6 mesi e oltre dal rientro.
VERO e FALSO Non è vero nel caso del falciparum, che si manifesta non oltre tre mesi dal rientro. Può accadere, raramente, per gli altri tipi di plasmodio. - La vitamina B, assunta per tutta la durata del viaggio, conferisce alla pelle un odore sgradevole per le zanzare.
FALSO L’unica difesa contro le punture sono i repellenti “a schermo totale” e le zanzariere. - E’ più facile avere una diagnosi corretta in Africa che in Italia.
FALSO In Africa c’è la tendenza alle “diagnosi facili”, soprattutto nei confronti degli occidentali, per timore di trascurare la malattia e andare incontro a complicanze.
-
Meflochina (Lariam)
Si inizia una settimana prima della partenza e si prosegue per 4 settimane al rientro (una compressa a settimana).
Non più di 12 settimane di trattamento, salvo eccezioniAtovaquone-proguanil (Malarone)
Da un giorno prima della partenza a una settimana dopo il rientro (una compressa al giorno).
Non oltre 35 giorni di trattaemnto, salvo eccezioniDoxiciclina (Bassado)
Da un giorno prima della partenza e per quattro settimane dopo il rientro (una compressa al giorno).
Non più di 16 settimane di trattamento -
Ospedale Amedeo di Savoia
Torino – tel. 0114393843
http://www.asl3.to.it/ospedali/AmedBirago.aspOspedale Sacco
Milano – tel. 0239041
www.hsacco.itOspedale Sacro Cuore Don Calabria
Negrar (Verona) – tel. 0456013111
www.sacrocuore.itAzienda ospedaliera Spedali Civili
Brescia – tel. 0303995808
www.spedalicivili.brescia.itAzienda ospedaliera Careggi
Firenze – tel. 0557947790
www.ao-careggi.toscana.it
chi si ferma x lavoro che genere di provvedimenti deve attuare oltre ai repellenti e zanzariere? Grazie
La profilassi antimalarica non è consigliata per chi si ferma per periodi lunghi, dato che il conitnuo assumere di farmaci avrebbe effetti negativi.
Normalmente a chi deve soggiornare per lavoro o altro, per lunghi periodi in zona malarica, viene consigliato soltanto l’uso di repellenti da usare di sera, dormire con una rete zanzariera sul letto, e cercare di farsi pungere il meno possibile dalle zanzare, quindi ad esempio usare maniche lunghe e pantaloni lunghi nelle serate.
Sappiamo anche che esistono dei braccialetti antizanzare che si indossano, tutte precauzioni utili.
In ogni caso consigliamo sempre di rivolgersi ad un centro malattie tropicali qui in Italia prima della partenza, dove gli esperti daranno tutte le informazioni esatte sul comportamento da adottare, profilassi, precauzioni ecc.
buonasera,
dove posso acquistare il braccialetto antizanzare per paesi tropicali ed inoltre dove posso comprare repellenti efficienti per zanzare tropicali? io mi rechero’ a maggio in tanzania per un safari e vorrei consigli adeguati su i repellenti da usare
Buonasera,
In farmacia o parafarmacia si trovano vari rimedi omeopatici, anche i braccialetti.
I normali repellenti sono efficaci, esistono anche quelli specifici per zanzare tropicali e si trovano facilmente nei supermercati. Maggio è nel pieno della stagione delle piogge, quindi fate bene a prendere queste precauzioni, considerate anche la profilassi.
Salve, vorrei chiedere e se invece io debba stare tra Vietnam, Laos, Thailandia e Cambogia per 4 mesi cosa mi consiglia di assumere?
Buongiorno,
Mi dispiace ma non conosciamo il tipo di malaria che si trova in quei Paesi Asiatici. Le consiglio di chiedere a un centro malattie tropicali o alla sua ASL di competenza.
Buongiorno, dal 29 Luglio al 12 Agosto saremo in Kenya (siamo in 16) vicino Mombasa. Io e mia moglie vorremmo evitare la profilassi, cosa ci consiglia?
Agosto è un mese a basso rischio malaria in tutta l’Africa Australe (inverno – stagione secca). La decisione finale se fare la profilassi o meno spetta a voi, dato che non è obbligatoria. Potete sentire anche il parere della vostra ASL di competenza per avere maggiori informazioni